Intervista a Villiam Orlandini, presidente ANCeSCAO provinciale di Reggio Emilia.
Prima gli anni di pandemia che hanno bloccato i centri sociali e adesso l’emergenza del costo dell’energia dovuta all’invasione russa: non c’è pace per i centri ANCeSCAO?
Sono due emergenze molto diverse tra loro. Nei due anni di covid abbiamo tenuto chiuso per circa 8 mesi. Quando abbiamo riaperto per riportare i soci nei circoli eravamo entusiasti, abbiamo affrontato le difficoltà, provavi a tornare a fare il tuo lavoro di sempre, ma questa emergenza è diversa.
Oggi arrivano delle bollette dove la luce è triplicata; lo stesso ci aspettiamo per quelle del teleriscaldamento e del gas; di fronte a questi costi i centri rischiano veramente di chiudere e gli effetti si vedranno già da novembre – dicembre.
Vi aspettate un aiuto pubblico?
Nel tempo del covid una mano c’è stata data dalle amministrazioni locali e a livello della regione Emilia Romagna, ma in questo caso l’emergenza del costo dell’energia è un problema che può essere affrontato solo a livello nazionale, dal governo.
Noi vorremmo che il Terzo Settore venisse riconosciuto dal governo non sempre e solo come quei bravi ragazzi che fanno volontariato ma anche come un soggetto importante del nostro paese. Di fronte a situazioni che mettono a rischio la nostra apertura noi vorremmo degli aiuti strutturali proprio considerando l’importanza che abbiamo per la comunità.
Quindi aiuti ma anche un riconoscimento sostanziale di quello che siete dunque?
Si, bisognerebbe riconoscere ai centri sociali, ai circoli non un aiuto momentaneo proprio partendo dalla considerazione che non siamo il luogo dove si incontrano i 4 vecchietti che giocano a briscola ma siamo un soggetto ben diverso, in modo particolare in zone come Bologna e Reggio Emilia dove i centri sociali si stanno trasformando in Case di Quartiere che sono luoghi che danno delle risposte ad associazioni, a migliaia di persone che frequentano i nostri spazi.
Risparmio energetico: a livello associativo e a livello dei singoli centri che risposte state cercando di dare invece?
Stiamo cercando di risparmiare sull’uso dell’energia in vari modi. Ad esempio stiamo cercando di convincere i nostri soci a non accendere sempre la luce ma solo là dove n’è veramente bisogno. Anche giocare su una stessa fila può essere una forma di risparmio di luce elettrica, come il portare un maglione in più quest’inverno per poter tenere il riscaldamento più basso.
Sono iniziative che certo possono coprire solo una piccola parte del consumo energetico. Chi consuma molto e tanto sono i nostri frigoriferi ma quelli non possiamo certo spegnerli.
Molti dei grandi centri sociali di Reggio Emilia hanno montato le lampadine a led che consumano meno. Stiamo pensando però a fonti energetiche alternative come l’istallazione dei pannelli solari e del fotovoltaico. In questo momento stiamo guardando con interesse il bando della regione sui pannelli fotovoltaici. Qui al Centro sociale L’orologio stiamo pensando di realizzare 700 metri quadrati di pannelli solari utilizzando i bandi della regione Emilia Romagna e dell’Unione Europea, ma si tratta di investimenti importanti e possono farlo solo certi centri. Noi comunque noi siamo pronti a fare questi investimenti che valgono, soprattutto per il futuro.
E pensate di poter raggiungere buoni risultati in questo modo?
Nonostante quello che possiamo risparmiare con queste iniziative, il problema non può essere risolto nemmeno in questo modo. Abbiamo scartato l’idea di alcuni soci di fare una sottoscrizione per pagare una bolletta; qui non si tratta di una sola bolletta ma di molte bollette per vari mesi e questo problema non può e non deve essere risolto da noi con le sottoscrizioni. Le nostre ore di volontariato che offriamo devono servire per la socialità, per fare comunità non solo per pagare le bollette. E per questo, lo ripeto, non basta il bonus da 5 mila euro ma occorre un aiuto strutturale. Noi comunque non dobbiamo rivendicare nulla, dobbiamo solo avere semplicemente il riconoscimento di ciò che siamo e facciamo per questa società.
Giusto, i centri sociali del nostro ywrritorio sono spazi di grande socializzazione per i cittadini di tutte le età e in particplare per la terza età e devono essere sostenuti