Sabato sera al Centro Corbari di Faenza alla presenza di oltre 100 persone, degli assessori comunali Simona Sangiorgi e Andrea Luccaroni, è stata inaugurata una nuova biblioteca frutto di donazioni volontarie. Un fatto straordinario.
Mentre nel paese chiudono librerie, a Faenza grazie alla competenza e determinazione di Rosarita Berardi e alla lungimiranza del presidente del Centro Luciano Monduzzi si è operata una scelta in controtendenza l’apertura di una biblioteca dedicata ad una grande donna faentina del XV secolo, Cassandra Pavoni. La biblioteca ospita ben 4300 volumi, comprende libri di narrativa, poesia saggi e uno spazio di libri dedicato ai bambini. Funzionerà come una vera biblioteca con il prestito di libri. Ma questi bravi volontari non si sono limitati, nei 10 mesi di intenso lavoro solo alla catalogazione dei libri, hanno aperto 5 corner nella città, punti dove è possibile trovare libri, leggerli e poi riconsegnarli in un altro corner. Dove si trovano? In due bar, un parrucchiere, un punto a Physiomedica e uno nel reparto di Cardiologia dell’ospedale di Faenza. Inoltre si può passeggiare per la città e fermarsi in piccole biblioteche in cui andare alla ricerca di un libro, la prima Little Free Library (una piccola cassetta armadio) che ospita libri a disposizione dei visitatori del giardino dedicato a Vittorio Ragazzini (latinista e professore al liceo Torricelli) Questo è solo l’inizio perché hanno già avviato contatti con il locale dirigente dei Carabinieri presente all’inaugurazione. Fra i programmi futuri, stanno lavorando a un progetto di collaborazione con una biblioteca de L’Aquila e con una di Amatrice. Mentre gli appuntamenti settimanali del sabato sera, prevederanno eventi con artisti, musicisti e scrittori.
Ogni biblioteca per noi è: conoscenza, crescita, luogo di incontro, di partecipazione; è un modo intelligente di proporre la condivisione del proprio tempo libero oltre ai pensionati, alle casalinghe, agli immigrati, ai giovani. Diventa perciò un luogo di libertà e di opportunità per la costruzione di esperienze di incontro dove, la solidarietà della parola diventa vincente. Dal nostro punto di vista è una scelta importantissima poichè si inserisce nella nostra concezione di Centro Socio Culturale in quanto il nostro passato e il presente, parlano di: risposte al bisogno di aggregazione, lotta alla solitudine, risposta solidale ai problemi affioranti con l’avanzare della terza età.