Sabato 9 Febbraio 2019, presso il Centro sociale “Il Cotogno” di Cotignola (Ravenna), i centri ANCeSCAO del territorio ravennate si sono confrontati con le amministrazioni locali e regionali dell’Emilia Romagna.
Il mondo del volontariato e dell’associazionismo, con la recente riforma del Codice del Terzo Settore e le numerose novità normative, è in costante cambiamento. Ogni associazione è chiamata a nuovi adempimenti e ad una costante qualificazione della propria attività. Una sfida stimolante e impegnativa che ridisegna anche i confini dei rapporti tra centri sociali e amministrazioni locali. Da sempre ANCeSCAO A.P.S. Nazionale e i suoi centri sono al fianco dei Comuni, garantendo con i propri Volontari l’apertura dei locali e proponendo attività ricreative, culturali e di promozione della solidarietà e della salute.
Ed è proprio su questo tema strategico per il futuro dei Centri ANCeSCAO e delle comunità di riferimento, che Sabato 9 Febbraio 2019, presso il Centro sociale “Il Cotogno” di Cotignola (Ravenna) si è svolto un interessante convegno promosso dal Coordinamento ANCeSCAO di Ravenna.
Durante l’incontro infatti i centri ANCeSCAO del territorio ravennate si sono confrontati con le amministrazioni locali e regionali dell’Emilia Romagna per condividere idee e progetti comuni da sviluppare nei prossimi anni.
Il convegno è stato aperto da Casimiro Calistri, presidente del Coordinamento territoriale ANCeSCAO di Ravenna che ha evidenziato l’importanza dell’unità tra gli attori attivi nel sociale e gli enti locali, con l’obiettivo di fare un ulteriore “salto di qualità” grazie al lavoro condiviso. Calistri ha inoltre presentato e distribuito l’annuale “Bollettino” del Coordinamento territoriale di Ravenna, che centro per centro illustra le importanti attività e progetti portati avanti dai centri della provincia, a testimonianza di un impegno costante nel tempo per la collettività.
Ha fatto gli onori di casa Luca Piovaccari – Sindaco di Cotignola – evidenziando l’importanza del ruolo dei centri socioculturali per la società, in particolare in questo momento storico segnato da un periodo di forte individualismo. Sottolinea inoltre come per il futuro si renda necessario individuare aspetti da migliorare e nuove attività che consentano a questi luoghi di rivedere il loro ruolo diventando spazi di incontro intergenerazionale e di trasmissione delle esperienze tra adulti e giovani.
Concetti ripresi e analizzati anche da Lucia Pieratelli – Presidente di ANCeSCAO Emilia Romagna – che sottolinea come l’autogestione sia un sistema gestionale molto avanzato del quale essere orgogliosi e che non possiamo oramai dare come scontato e quale diritto acquisito. Tale vicinanza alle persone consente ai centri di essere come luoghi di “manutenzione dei legami sociali” e vere e proprie “antenne” che intercettano le fragilità e i bisogni, vecchi e nuovi della cittadinanza. Per il presente e per il futuro sottolinea l’importanza della convenzione tra ANCI Emilia Romagna e ANCeSCAO, che valorizza – in maniera innovativa – il ruolo degli Orti ANCeSCAO e promuove pratiche legate all’orticoltura quale azioni di contrasto alle povertà vecchie e nuove.
Tra gli enti locali anche la Regione riveste un ruolo cruciale. Mirko Bagnari, Consigliere Regionale, pone l’enfasi sulla capacità di centri ed enti locali di fare squadra, quale elemento qualificante per entrambi. Solo con la cultura dello stare insieme e sperimentare cose nuove per la collettività è possibile sviluppare una visione di futuro positiva con l’obiettivo di far crescere le comunità di riferimento.
Conclude il convegno Esarmo Righini, Presidente Nazionale ANCeSCAO A.P.S, che sottolinea come l’Emilia Romagna sia una realtà d’eccellenza ed occorre prendere consapevolezza del grande lavoro dei volontari impegnati su questi territori.
Righini, ripercorre inoltre le origini e lo sviluppo di ANCeSCAO evidenziando come, rispetto alla nascita dell’Associazione, la società sia notevolmente cambiata da un punto di vista politico, demografico ed economico, e temi quali lo slittamento in avanti dell’età pensionabile ha portato inevitabili riflessi sul volontariato “tradizionale”, facendo emergere nuovi bisogni e motivazioni a dedicarsi alla collettività. Inquadrato in questo contesto generale – sostiene il Presidente Nazionale – occorre aggiornare e rafforzare anche il rapporto con i comuni, partendo dall’indispensabile fiducia reciproca che ha da sempre caratterizzato il rapporto tra ente e volontariato.
In questo periodo di cambiamento, infatti, il ruolo di ANCeSCAO e dei suoi centri è fondamentale, a maggiore ragione in relazione alle difficoltà economiche e organizzative delle amministrazioni locali. In questo contesto i centri sociali molto spesso colmano lacune e danno risposte di mutualità e solidarietà ai cittadini, andando ad integrare il “Welfare di comunità” del territorio.
Ed è proprio in virtù di tale importanza – afferma Righini – che occorre che i centri sociali vengano sempre più coinvolti dagli enti già nella fase di ideazione dei progetti, e che il coinvolgimento non sia limitato ad un mero ruolo esecutivo.
Righini conclude ricordando che ANCeSCAO A.P.S Nazionale ha cambiato statuto ed è diventata rete associativa e l’adesione è aperta non solo alle A.P.S ma anche ad altri soggetti del terzo settore.